KARATE
Nella pratica del karate, filosoficamente parlando, non si può scindere l'aspetto tecnico da quello spirituale. Le tecniche di combattimento, sviluppatesi in estremo oriente, vennero elaborate da popolazioni che, per tradizione culturale e spirituale, hanno sempre utilizzato il corpo come strumento per migliorare lo spirito. L'utilizzo del corpo quindi come mezzo di elevazione spirituale, come laboratorio per sperimentare la ricerca e lo sviluppo di quelle sconosciute risorse di energia statica e cinetica che la macchina umana (nel suo insieme di muscoli, ossa, nervi, legamenti, flusso sanguigno e respirazione), grazie alla determinazione e alla concentrazione mentale, può generare.
Il karate è un'arte marziale che insegna l'uso razionale di tutte le parti del corpo a scopo di difesa o di attacco. Tuttavia il fine ultimo del karate non è la vittoria o la sconfitta ma il miglioramento, attraverso un allenamento sistematico e razionale, dell'equilibrio fisico e psichico dei praticanti. Questa tecnica, frutto di uno scambio culturale avvenuto tra le popolazioni cinesi, coreane, okinawensi e giapponesi nel corso di diversi secoli, è la tecnica di difesa senza uso di armi.
Per apprendere questa tecnica è necessario conoscere il proprio corpo nelle sue espressioni dinamiche e statiche, usare correttamente la contrazione e decontrazione muscolare, usare nel giusto modo forza e velocità, respirare correttamente, sapersi concentrare al fine di ottenere un buon equilibrio mentale, studiare l'autocontrollo.
Compito dell'insegnante è quello di dare ai propri allievi gli strumenti necessari, attraverso una corretta didattica, per saper coordinare e controllare queste capacità, al fine di poter stimolare ognuno di loro a migliorare le proprie capacità positive e correggere quelle negative.
Il karate, quindi, non può essere definito una semplice arte di difesa personale o sport da combattimento, in quanto l'esercizio fisico finalizzato allo studio delle capacità e dei limiti insiti in ognuno di noi, porta inevitabilmente ad un dominio della mente sul corpo. Per questo ogni scuola di arte marziale insegna che oltre alla tecnica è necessario:
- Mantenersi in buona salute
- Avere pazienza
- Coltivare l'umanità e l'altruismo
- Avere un profondo senso di rispetto verso se stessi e gli altri
- Sapersi disciplinare
in quanto solo un corpo sano è in grado di realizzare questa sistematica ricerca psico-fisica al fine di migliorare i praticanti.
Uno dei concetti fondamentali del karate è, a questo proposito, il «VUOTO MENTALE» che, riferendosi alla filosofia del Buddismo Zen, indica lo stato di ricettività totale essendo il vuoto privo di ogni preconcetto. Questo stato mentale, chiamato «MUSHIN» dai giapponesi, è l’atteggiamento mentale ideale per chi si prepara a sostenere un duello o più semplicemente per reagire alle innumerevoli difficoltà che la vita ci propone in ogni momento.
Liberare la mente da ogni pensiero è il principio fondamentale delle arti marziali che, unitamente ad un allenamento costante e sistematico, permette di ottenere quel binomio psico-fisico chiamato SHIN KI TAI ossia corpo e mente liberi da ogni preconcetto.